Diario 2015

ore 16.00 | Accoglienza

Chi sono i 12 questi imprenditori e professionisti che hanno partecipato all’esperimento di innovazione? Cosa li ha spinti a raccogliere la sfida? Quali difficoltà hanno dovuto superare? Cosa hanno in mente per il futuro? Per conoscere la risposta a questa e altre domande sono parecchi gli ospiti che hanno partecipato a “Conoscitestesso3” giovedì 19 novembre, al Tecnopolo di Reggio Emilia.

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ore 16.15 | Lab

In serbo per loro, un trattamento d’urto: subito dopo la registrazione sono stati infatti divisi in 10 gruppi e messi attorno ad altrettanti tavoli dove, guidati da diversi tutor, hanno affrontato task analoghi a quelli che hanno incontrato i 12 pioneri dell’esperimento di innovazione radicale.
Spiega Davide Caiti, presidente di Kaiti expansion: «Abbiamo proposto una versione in pillole di un lungo percorso che ha toccato diverse tappe grazie al contributo di diversi professionisti che abbiamo avuto la fortuna di coinvolgere in questi mesi: il coach Luca Ferri e la psicoterapeuta Laura Torricelli; il professor Matteo Vignoli (DISMI, Unimore); il professor Giuseppe Pagnoni (neuroscienziato, Unimore); il professore e scultore Graziano Pompili; l’architetto Francesco Bombardi e i suoi colleghi, l’ingegner Luca Crotti e l’architetto Marcello Ligabue, specializzati in in prototipazione rapida».

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Anche gli ospiti dell’evento hanno quindi dovuto imparare a mettersi in gioco, per esempio condividendo con sconosciuti la propria quotidianità professionale e i propri obiettivi a partire da una parola chiave estratta a sorte da un mazzo di tarocchi dell’innovazione; ma hanno anche preso confidenza con il pilota automatico che guida molte delle nostre azioni, con un’esperienza di mindful eating di un chicco di uvetta sul quale si sono concentrati per una decina di minuti; infine hanno dovuto costruire la torre più alta possibile con spaghetti e marshmallow, affrontare in maniera aperta e non giudicante la creatività di un brainstorming, e lasciarsi contaminare da un video blob di spunti e suggestioni.

ore 17.45 | Video

Dopo questo laboratorio a sorpresa, un cartoon ha finalmente svelato le identità, la storia e i progetti dei dodici imprenditori e professionisti che hanno partecipato per dieci mesi all’esperimento di innovazione promosso da Kaiti expansion con l’obiettivo di generare una nuova idea di business.

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Stiamo parlando di Alfredo Carpi (imprenditore, 48 anni, Reggio Emilia), Marco Denti (architetto, 51 anni, Reggio Emilia), Federico Farioli (imprenditore, 29 anni, Reggio Emilia), Coriano Ferrari (56 anni, funzionario di banca, Reggio Emilia), Antonio Lombardi (43, agente di commercio, Reggio Emilia), Erio Mazzoli (70 anni, consulente assicurativo, Reggio Emilia), Giovanni Pecorari (38 anni, imprenditore, Modena), Simona Piccinini (44 anni, responsabile marketing, Modena), Massimo Romolotti (57 anni, avvocato, Reggio Emilia), Giovanni Sidoli (49 anni, imprenditore, Reggio Emilia), Luana Velardo (33 anni, imprenditrice, Modena), Amal Zeidan (38 anni, imprenditrice, Reggio Emilia).

Sono loro a essersi messi in gioco e ad aver lavorato insieme per dieci mesi, supportati da coach e docenti di varie discipline, arrivando infine a realizzare il prototipo di un prodotto. Di cosa si tratta? E’ stato il giovane Federico Farioli a farsi portavoce del gruppo alla fine della proiezione: «Siamo in fase di valutazione della possibilità di mettere in piedi una startup attorno a questo progetto. Non posso scendere nei dettagli ma posso dire che si tratta di un’idea che ha a che fare con l’ecologia e con le dinamiche della gamification. Tra le tante idee emerse durante i mesi di brainstorming abbiamo scelto questa perché l’idea di un prodotto che fosse in grado di coniugare divertimento e senso civico, oltre a convincerci dal punto di vista del business, ci piaceva molto».

ore 18 | Talk

A chiusura del pomeriggio alcuni ospiti illustri, moderati da Davide Bianchini, direttore di Reggionline, si sono confrontati con Davide Caiti, presidente di Kaiti expansion su strumenti e strategie possibili per l’innovazione nella piccola e media impresa. Stiamo parlando dell’assessore comunale all’innovazione tecnologica Valeria Montanari, del direttore generale Attività Produttive della Regione Emilia-Romagna Morena Diazzi, del direttore Aster Emilia-Romagna Paolo Bonaretti, del direttore del Centro Studi di Unioncamere Emilia Romagna Guido Caselli e del direttore di Reggio Emilia Innovazione Arturo Tornaboni.

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Le parole d’ordine intorno a cui si è concentrata l’attenzione dei partecipanti sono state condivisione delle competenze, confronto delle conoscenze e contaminazione tra le idee, come contromosse per individuare e aggirare il “pilota automatico” che spesso la mente attiva impedendo di trovare idee e soluzioni nuove e creative. Un percorso a livello personale, calibrato sulla dimensione imprenditoriale, che può però essere la direttrice vincente per trovare la via della ripresa economica, come a più riprese hanno confermato i partecipanti al dibattito.
Cos’è l’innovazione? Perché questo esperimento? E’ Davide Caiti, presidente di Kaiti expansion ad aprire il dibattito.

«Guardando quello che si muove a livello mondiale e nella nostra regione è sempre più evidente che c’è un cambio di modello e di paradigma in corso – ha spiegato il direttore del centro studi Unioncamere Emilia Romagna Guido Caselli – che è quello dal possesso all’accesso. Non è più importante avere la proprietà dei mezzi di sviluppo, ma il fattore di competitività è poterli condividere e soprattutto potervi accedere. Perciò tutte le esperienze come questa che nascono dalla contaminazione, dall’applicazione di competenze e idee differenti sicuramente vanno nella direzione giusta».
Una soluzione, quella della condivisione delle risorse, che fa parte del dna del nostro territorio, come conferma anche l’assessore Valeria Montanari: «Questa è una città che verso il futuro continua ad avere un atteggiamento molto positivo. Un indizio inequivocabile è che si parla molto al plurale: si sente molto usare il “noi” e poco “io”, anche nel mondo dell’imprenditoria. Questa è la forma mentis giusta che può portare un paese di 60 milioni di abitanti a competere in un mondo con 7 miliardi di individui. Reggio è una città che sotto certi effetti fa un po’ fatica a cambiare, però ha un substrato creativo molto attivo. Bisogna portare le forze creative a unirsi e condividersi, evitando che rimangano isolate. C’è bisogno di costruire un ruolo di governance che è un impegno che penso l’amministrazione pubblica possa prendersi».
Qual è allora per esempio il ruolo della Regione? Ecco la risposta di Morena Diazzi, direttore generale Attività produttive, commercio e turismo della Regione Emilia-Romagna.

Anche Arturo Tornaboni, direttore di REI, ha posto l’accento sull’importanza del contesto e dell’orizzonte: «Questo esperimento ha messo in gioco forze fondamentali per l’innovazione: condivisione e contaminazione. Ma queste forze di per sé non sono sufficienti: devono aver modo di agire in un ambiente, in un ecosistema complessivo, in grado di sostenerle e non lasciarle spegnere. In questa direzione bisognerebbe implementare la rete dei Tecnopoli perché non può rimanere isolata in una dimensione local».